Comunicato Stampa
Fonte: Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop
Legge 205/2008 sul doppio stabilimento, riunione
straordinaria del Cda
“Dall’1 luglio costretti ad abbandonare
la produzione di mozzarella Dop”
“Vi
anticipiamo che dal prossimo 1 luglio saremo costretti ad abbandonare
definitivamente la produzione di mozzarella di bufala campana Dop”. Lo scrivono
i soci del Consorzio di Tutela nella lettera che ciascuno di loro invierà nelle
prossime ore al ministero della Politiche agricole, alle Regioni interessate e
alle Commissioni Agricoltura del Parlamento.
Al
termine della riunione straordinaria del Consiglio di Amministrazione del
Consorzio di Tutela, tenutasi oggi e allargata ai membri del Comitato
Paritetico e agli associati che hanno chiesto di parteciparvi, arriva la prima
decisione di protesta corale contro il decreto di attuazione della legge
205/2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 68 del 21 marzo scorso, che
obbliga gli operatori inseriti nel sistema di controllo della Dop a produrre
Mozzarella di Bufala Campana in stabilimenti esclusivamente dedicati a tale produzione.
“Ci
auguriamo – scrivono inoltre i soci – che il Parlamento, il ministero delle
Politiche Agricole e le Regioni dell’area Dop si rendano conto dell’estrema
gravità delle conseguenze provocate da questa norma, soprattutto sul comparto
allevatoriale, e vogliano pertanto procedere con la massima urgenza ad
approvare, per quanto di propria competenza, le modifiche al disciplinare già
proposte dal Consorzio oltre un anno fa, che a parere degli scriventi renderebbero
del tutto superflua l’entrata in vigore della legge 205/2008”.
“La norma appena approvata – commenta il presidente
del Consorzio di Tutela, Domenico Raimondo – impone, a partire dall’1 luglio
prossimo, di produrre mozzarella Dop solo negli stabilimenti dedicati, vietando
la contemporanea realizzazione di qualsiasi altro prodotto, compresa la
ricotta, notoriamente ricavata proprio dalla lavorazione della mozzarella. La
conseguenza sarà che molte aziende si vedranno costrette alla scelta di
abbandonare la Dop per dedicarsi alla produzione di formaggi non certificati,
prodotti con latte bufalino anche di altra provenienza, di costo e di qualità
inferiori. Quale azienda infatti – incalza Raimondo – potrebbe decidere di realizzare,
in un momento di generale difficoltà economica, un secondo caseificio, per
poter continuare a produrre ricotta e altri formaggi? Chi non preferirebbe, al
contrario, proseguire a produrre l'attuale gamma di prodotti, rinunciando solo
alla Dop? Ora speriamo che le istituzioni ci evitino di dover celebrare il
funerale del più importante prodotto a marchio Dop del centro-sud Italia”.