nzerta di cipolle di Alife (foto di Antonella D'Avanzo) |
Tra la Città di Alife e le cipolle c’è un legame antico, tanto che gli abitanti nel circondario sono conosciuti come un popolo di “cipollari”: nella definizione è connaturato il duplice significato di un omaggio alla cipolla ed un riconoscimento agli alifani per il carattere mite, ma con temperamento forte.
Campo di cipolle di Alife (foto di Antonella D'Avanzo) |
Nel territorio di Alife da sempre si è coltivata la cipolla gialla detta Mondragone; bulbo di colore giallo paglierino per le varietà precoci, e giallo dorato per quelle tardive, le tuniche interne sono di colore bianco paglierino con forma rotondeggiante o globosa, di pezzatura medio-grossa. Al gusto è riscontrabile un sapore dolce per le cipolle precoci o pungente per quelle tardive. È un prodotto tipico, poco conosciuto e poco apprezzato dalle nuove generazioni, anche se l’attività di promozione di prodotti con forte connotazione territoriale sta rilanciando la cipolla per le sue eccellenti qualità organolettiche. Circa la sua coltivazione, va rilevato che i giovani non si avvicinano a questa coltura, mentre andrebbe promossa, come ci racconta Luigi, agricoltore: “la cipolla di Alife finisce col finire dell’anziano”; in passato c’era una consistente produzione e una rilevante commercializzazione; oggi si assiste ad una sempre minore piantagione e ad un uso quasi esclusivamente familiare.
La piantagione della cipolla si pratica da sempre in terreni molto leggeri e con l’impiego di concimi organici: ciò consente di ottenere un prodotto genuino, dalla consistenza tenera e dal sapore tipico. La coltura si pratica nel periodo invernale e si raccoglie dagli inizi di giugno alla fine di agosto. Per il suo sapore delicato e dolce si può consumare anche cruda.
Luigi, coltivatore di cipolle alifane (foto di Antonella D'Avanzo) |
Nota da sempre in tutto l’agro alifano, la particolare tecnica di “nzertare le cipolle” utilizzata per la conservazione delle stesse, intrecciate insieme, a mano, con fili di ‘oglie, una graminacea alta fino a due metri con uno stelo di circa un centimetro di diametro, raccolta nelle zone paludose, che viene fatta essiccare al sole. Una treccia è composta da 12-13 cipolle, dove il peso ideale è di 250/300 grammi cadauna. I vecchi agricoltori consigliano di non far “scampaniare” (dondolare) le cipolle per evitare che si rovinino; queste poi vengono appese a lunghe pertiche orizzontali nei magazzini delle diverse aziende agricole.
Cipolle e fili di 'oglie (foto di Antonella D'Avanzo) |
Tra la fine di agosto e gli inizi di settembre, generalmente, ad Alife si tiene una importante festa popolare, la festa della cipolla, dove vengono presentate pietanze preparate dalle sagge mani di esperti rigorosamente a base di cipolla di Alife: la tipica Cipollata, Frittate di cipolle, Pennette alla San Sisto, Cipolle alla Messicana, Cipolle alla Contadina; vengono presentati convegni e dibattiti oltre a musiche, balli, canti della tradizione contadina e gare fra i produttori di cipolle.
Ortaggio principe della gastronomia italiana, la cipolla, generalmente considerata la regina della cucina, è uno degli ingredienti principali della cucina alifana, in particolare utilizzata per la preparazione di un piatto della tradizione: la “Cipollata”, una gustosa zuppa di cipolle e fagioli cerati alifani, piatto antico e povero, raccontato da Santina, coltivatrice di cipolle e conservatrice di vecchie tradizioni.
Cipollata (foto di Antonella D'Avanzo)
Ingredienti.
Cipolle alifane 6, fagioli cerati alifani 250 g, una costa di sedano, olio extra vergine di oliva, sale q.b., qualche fetta di pane contadino raffermo cotto a legna.
Preparazione.
Cuocere i fagioli in abbondante acqua, con una costa di sedano e salare alla fine. Mondare 5 cipolle e tagliarle ad anelli, trasferirle in un tegame, salare, cuocere a fuoco moderato finché le cipolle sudino senza prendere colore; a fine cottura colare l’acqua fuoriuscita e mettere a riposare. A parte far soffriggere l’altra cipolla mondata e tagliata con olio extra vergine di oliva. Alla fine versare il tutto in un tegame e lasciar sobbollire, aggiustando di sale. Servire il piatto molto caldo adornato con crostini di pane e l'aggiunta un filo d’olio extra vergine di oliva.